
Sono Emanuela Fiorentino, Pedagogista ed Educatore Professionale. Le mie tematiche di ricerca e di interesse professionale ruotano attorno ai temi della narrazione, della comunicazione educativa, della genitorialità e dell’orientamento scolastico e professionale. All’interno di questa pagina di approfondimenti troverai alcuni articoli di mio interesse rispetto alle tematiche educative. Ogni articolo parte da riflessioni teoriche e da attività svolte all’interno dei corsi di formazione e dei laboratori educativi da me condotti.
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Focus su Progetto “Leggere i libri per esplorare il mondo” promosso da CSI Lecce APS e finanziato da Cepell bando “Educare alla lettura 2022”


Dal mese di Settembre 2023 e con chiusura a Maggio 2024 è stato avviato il progetto promosso dal CSI Lecce APS e finanziato da Cepell Bando “Educare alla lettura 2022”. Il progetto vede il coinvolgimento di partner quali il Comune di Lizzanello (Le), l’IC “C. De Giorgi” Lizzanello con Merine (Le), la Cooperativa sociale Rinascita di Copertino (Le), le librerie Voltalacarta di Calimera (Le) e Semiminimi di Lecce. Tra i Responsabili di progetto Dott. Marco Calogiuri, Dott.ssa Simona Tondo e Dott.ssa Emanuela Fiorentino; Tutor di progetto Dott.ssa Cristina Mello.
Il CSI Lecce APS ha come mission “educare attraverso lo sport”; le proposte sportive, formative e socio – culturali, proposte dall’Associazione, ruotano attorno alla persona e alla promozione del benessere psico – fisico – emotivo e relazionale (mail formazionecsilecce@gmail.com).
Il progetto “Leggere i libri per esplorare il mondo” è articolato in diverse azioni:
– percorso formativo di 40 ore sull’educazione alla reading literacy per docenti di scuola primaria e aperto anche a bibliotecari, educatori, genitori e a docenti di altri ordini e gradi scolastici.
– proposta di bibliografie ampie e varie sulla letteratura per l’infanzia
– realizzazione di eventi di lettura
– creazione di presidi permanenti per la pratica della lettura per tutti e con tutti
– valorizzazione di luoghi a forte impatto educativo (scuola, biblioteca, aree comunali, enti sportivi).
Il progetto intende offrire strumenti di carattere teorico e pratico – operativo (in primis agli insegnanti di scuola primaria), al fine di incentivare, promuovere e valorizzare le competenze di lettura, tra gli studenti e le studentesse, in termini di comprensione di sé e del mondo e garantire a tutti i soggetti l’acquisizione di competenze trasversali utili per una partecipazione attiva all’interno del contesto sociale e culturale.
Tra i moduli formativi: Leggere agli altri. Leggere per gli altri; La Bottega del lettore: dove, come e cosa leggere; Lettura e Accessibilità; La biblioteca: cura e cuore; A ciascuno il suo libro; Creiamo una proposta.
Di seguito alcune foto estratte dal percorso svolto all’interno del progetto. Per aggiornamenti: pagina Facebook Leggere i libri per esplorare il mondo e Instagram csilecce.esplorareilmondo).









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Famiglia. Partire dal bisogno della persona per creare un ambiente educativo accogliente.
Emanuela Fiorentino
Ne “Il Metodo” volume 5 “L’identità umana” E. Morin afferma che “nessun altro individuo può dire Io al mio posto, ma tutti gli altri possono dire Io individualmente. Poiché ogni individuo si vive e si sperimenta come soggetto, questa unicità singolare è la cosa umana più universalmente condivisa” (Morin, 2001, p. 54).
Da queste affermazioni, parte la riflessione sull’importanza che riveste l’unicità e la singolarità di ogni soggetto, il quale mette in gioco e sperimenta la propria identità all’interno di molteplici contesti di vita (famiglia, lavoro, amici, etc.).
In questo breve approfondimento, verrà trattato, nello specifico, il contesto famiglia e la valorizzazione dell’identità e dei bisogni di ogni singolo membro presente all’interno di esso.
L’attenzione non sarà concentrata sulle molteplici forme o definizioni presenti in letteratura rispetto al tema famiglia, bensì sull’importanza che rivestono i bisogni dei soggetti presenti al suo interno.
A titolo esemplificativo, possiamo prendere in considerazione la famiglia al cui interno sono presenti padre (marito), madre (moglie) e figli. Ma sappiamo benissimo come la famiglia sia un sistema complesso caratterizzato anche da altri soggetti presenti o comunque che ruotano intorno e che sono fortemente significativi (talvolta possono vivere nella stessa abitazione anche i nonni, oppure soltanto un genitore e l’altro vive all’interno di un altro nucleo familiare). Detto ciò, ritorniamo all’esempio della famiglia composta da due genitori e dai figli, che vivono tutti nello stesso ambiente di vita.
S. Minuchin nei suoi scritti parla di sistema familiare e dell’importanza di valorizzare ogni singolo membro presente al suo interno e soprattutto di guardare ai diversi sottosistemi che ne derivano. Abbiamo il sottosistema coniugale (marito – moglie) distinto dal sottosistema genitoriale (padre – madre) e ancora abbiamo il sottosistema dei figli e ancora quello dei fratelli.
Come possiamo notare, esistono diversi ruoli (marito e padre, moglie e madre, figlio e fratello) e nello stesso tempo emergono diversi bisogni all’interno di ogni sottosistema. Bisogni che costituiscono l’essenza stessa della persona. Ci sono i bisogni di coppia, i bisogni genitoriali, i bisogni personali e così via.
Spesso si avvertono situazioni di criticità all’interno delle famiglie proprio quando i “confini” tra sottosistemi perdono di significato e si confondono (pensiamo all’invischiamento) oppure quando emerge una netta rigidità e chiusura per esempio tra il sottosistema genitoriale e quello dei figli (disimpegno). Vengono messi in discussione in queste situazioni di disimpegno o di invischiamento non soltanto i ruoli genitoriali o coniugali o dei figli, ma anche le identità di ogni singolo membro.
Un ambiente educativo accogliente deve poter garantire ad ogni singolo membro che vive all’interno di esprimere sé stesso e di valorizzare la propria unicità. Per concludere con E. Morin “Il soggetto è per natura chiuso e aperto” (2001, p.56). In altre parole, il soggetto deve poter mantere viva la propria unicità e singolarità e nello stesso tempo necessita dell’apertura verso l’altro “L’intersoggettività è il tessuto di esistenza della soggettività, l’ambiente di esistenza del soggetto senza il quale deperisce” (Morin 2001, p.57).
I percorsi formativi da me realizzati sulla genitorialità partono da queste premesse e si sviluppano attraverso laboratori narrativi mirati a far riflettere su tali dinamiche interne alla famiglia, al fine di riconoscere le molteplici situazioni di normalità, disimpegno o di invischiamento.
Di seguito una breve bibliografia.
Minuchin S. (1976), Famiglie e terapie della famiglia, tr. It., Roma: Astrolabio.
Minuchin S. (1989), Caleidoscopio familiare, tr. It., Roma: La nuova Italia Scientifica.
Morin E. (2001), L’identità umana. Il metodo, tr.it., Milano: Raffaello Cortina Editore.
Piccinno M. (2012), Coniugalità e genitorialità. Oltre le criticità, verso il progetto, Lecce: Pensa Multimedia.
Gli ambienti educativi. Occasioni per promuovere competenza emotiva e apprendimento a vivere
Emanuela Fiorentino
Alla base di ogni intervento educativo ( a scuola, nell’associazionismo, nello sport, etc.) possiamo individuare alcuni interrogativi che muovono il lavoro dell’educatore, dell’insegnante e così via. Tali interrogativi possono essere i seguenti: come promuovere la competenza emotiva nel soggetto con il quale lavoro, come proporre contenuti o attività significative per lo sviluppo del Sé, come stimolare la curiosità di apprendere e come affrontare l’incertezza.
Gli interrogativi appena esposti sono soltanto alcuni esempi che possono presentarsi all’interno di un ambiente educativo. Sicuramente ogni qual volta l’adulto progetta e mette in atto un percorso educativo non si pone esplicitamente tali domande. Si può, però, affermare che gli interrogativi esposti guidano in un certo senso l’azione educativa.
A scuola l’insegnante non espone semplicemente il contenuto, bensì attraverso quello specifico contenuto sollecita una molteplicità di significati (sia quando viene trattato un argomento di carattere scientifico e sia quando l’argomento è di tipo umanistico). Ancora all’interno di un contesto sportivo, l’allenatore lavorerà non soltanto sulla prestazione fisica dei suoi allievi, ma anche sulla regolazione delle emozioni durante una gara, difronte ad una sconfitta o ad una vittoria e ancora lavorerà per sollecitare un clima di scambio e di reciprocità nel suo gruppo. Gli esempi di ambienti educativi possono essere tantissimi.
Tali esempi sono stati riportati proprio per sottolineare quanto il lavoro educativo sia articolato. Richiede, infatti, un percorso di progettazione e di riflessione consapevole sulla persona con la quale entro in relazione e sulle ricadute che le azioni educative possono avere sul contesto nel quale lavoro e nel quale vive il soggetto che ho di fronte.
E. Morin parla di apprendere a vivere (2000) e cioè di trasformare le conoscenze acquisite all’interno di uno specifico ambiente in sapienza e saggezza (Morin 2000, La testa ben fatta, p.45) per la propria vita.
Tale lavoro richiede senza dubbio la necessità da parte dell’educatore di soffermarsi sugli interrogativi esposti all’inizio. Il vissuto emotivo non può essere estromesso dall’azione educativa; le competenze emotive vengono sollecitate proprio all’interno degli ambienti educativi. Da qui derivano tutta una serie di altre necessità educative e cioè saper affrontare le incertezze, cogliere le unicità di ognuno, apprendere a diventare cittadini e comprendere la condizione umana (come afferma lo studioso Morin nel volume prima citato).
Nel mio lavoro educativo, all’interno dei laboratori con i bambini o con i genitori e gli educatori, parto sempre dal significato che rivestono le emozioni, al fine di intraprendere un lavoro significativo con l’altro. Tale lavoro di significazione delle emozioni può essere inglobato all’interno dell’azione educativa che mettiamo in atto (nel caso dell’insegnante ad esempio durante l’esposizione di un contenuto disciplinare: quali ricadute ha quel contenuto per il soggetto che apprende e per la sua storia di vita).
È possibile, dunque, sollecitare la competenza emotiva (espressione, comprensione e regolazione delle emozioni) all’interno dei molteplici ambienti educativi e da qui far sì che ogni ambiente educativo diventi effettivamente occasione di crescita e di sviluppo del Sé e dell’Altro per realizzare, così, un processo di apprendimento al vivere.
Bibliografia essenziale:
E. Morin (2000), La testa ben fatta, tr. It. Milano: Raffaello Cortina Editore.
E. Morin (2001), I sette saperi necessari all’educazione del futuro, tr. It. Milano: Raffaello Cortina Editore.
I. Grazzani Gavazzi, V. Ornaghi, C. Antoniotti (2011), La competenza emotiva nei bambini, Trento: Erickson.